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Mauro Rea - Appunti sparsi

 MAURO REA

 
Nel realizzare le mie opere - materiche, velate a strati, affamate senza fama, antiestetiche elastiche, 
ho sempre guardato in profondità delle cose del mondo e dela conoscenza, mirando all’essenza, grazie ad un continuo processo di astrazione e interiorizzazione che connota il mio modo di “fare arte”.  
Ma ho usato con piena libertà anche il figurativo, alternando “essenza” e “apparenza”:  questo rispetto per “ciò che appare” nasce in me dall’amore per il mondo dll'arte e della natura, in cui la Materia rappresenta l’ancoraggio dell’umanità al pianeta terra. 
Nelle mie opere la materia è metafora e simbolo della situazione in cui oggi vive l’uomo che, avendo fatto del mondo materiale il proprio idolo, gli ha chiesto quello che avrebbe dovuto chiedere a Dio e non è riuscito a conquistare la felicità che speravaIl mio grido insieme a quello di tanti altri è risuonato in tutto il cosmo,  si è moltiplicato rimbalzando nei secoli, è tornato a me ingigantito. Ho visto il succedersi delle nascite e delle morti, delle vittorie umane e delle sconfitte, la lotta tra il bene e il male: ho avuto paura ma non mi sono arreso. 
 Ho cercato il senso dell’Arte e il segreto della tecnica, approdando il più delle volte al nulla, al vuoto, attraverso sentieri tortuosi e ripidi ho scoperto il confine che ci separa dal Tutto, invalicabile per noi esseri limitati e limitanti.
La mia pittura è arma da guerra "IgienicaMente Modificata"
Dice Prampolini : “ La materia contiene in sé tutto il potenziale espressivo che l’artista ricerca”
La materia si dissolve in pura energia: da qui la mia sensazione di essere “dentro” il quadro, in quello spazio virtuale fatto di  emozione visiva e di rabbia.
Il fuoco dell’arte mi brucia dentro, ( mi ha bruciato dentro ), è contagioso come un virus mutante…mi prende alla gola a sangue, ma anche mi ripaga del male di vivere che mi porto dentro fin dall'infanzia.
Nel mare aperto della mia anima inquieta io remo sempre contro corrente e, tra le tempeste e le maree nere dell’angoscia dilagante… progetto costruisco modello con rabbia materie anestetizzate velate d’amore, ferite, essiccate, incostrate, croste iliache da combattimento.
La materia non è soltanto aggregazione di atomi e particelle da esaminare in laboratorio, è molto di più e la sua realtà complessa sfugge a qualunque tentativo di ridurla a numeri e calcoli. 

 

...Per questo artista il rapporto con la memoria ed il primario si oggettivizzano in opere
 
pittorico/scultoree, che alla materia ferita, corrosa, alle superfici scabre affidano 
l'esternazione di un messaggio antico, sacro e rituale come lo è il perenne rinnovamento 
ciclico della vita legata alla terra.

Rea rigenera questo ritorno costante ai valoriprimigenio/universali anche attraverso 
i titoli delle sue opere: L'Idea dell'Apocalisse, Teatro della Memoria, la serie Architetture dell'Anima. 
Ma rinnova anche, sempre per il tramite di una pittura  come riemersa da uno scavo stratigrafico, 
il profondo legame con la Terra/Madre, generatrice del tutto.

Il ritorno primario, ad una visione dell'arte che si mostra fortemente radicato ad un contesto  
antropologico, ad un rispetto per l'antico, quantunque rigenerato dalla conoscenza dell'informale, 
come anche dall'arte povera e del ready-made ricontestualizzato come oggetto d'arte.
 Ivana D'Agostino - Cat. II Biennale d'Arte, Triggiano ( Bari) 1996 a cura di Enrico Crispolti.


 

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