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Rocco Zani - Mauro Rea, un volto Pasoliniano

LE ESTERNAZIONI CONTAGIOSE DI REA , anzi visive, non appartengono di solito al realismo sopito dell'essere… In verità, l'eloquenza di Mauro Rea pare trasferirsi - esclusivamente - sulle campiture ramate del suo indagare, come se lo spazio fosse il destinatario univoco e inappellabile di ogni "porzione" espressiva… Il principio del riscontro ci permette comunque di seguire, per tracce e segnali, la peculiarità dell'intero percorso. E da un prologo pittorico di puntuali costruzioni cromatiche, il processo formulativo di Mauro Rea avanza per "esternazioni contagiose" in cui la sopravvenuta manipolazione della materia si fa sommatoria pragmatica e imperante di ogni flusso narrativo….. 
In questo "universo premuto", stretto tra i ritmi incalzanti di un incedere distinto, raffiorano le utopie e le trame secolari, i roghi e il timore vago, complici epocali e ineluttabili di ogni artista. Mauro Rea condensa dunque, in una sorta di " Memoria - Rifugio " le metodologie informative che la Storia ha cagionato e finanche una titolazione apparentemente dilatata nella sua suggestione verbale (" Dall'ovulo fecondato all'agonia, un'unica paura, un unico urlo ") si fa simbolo prioritario di una nuova alba primordiale. Con le tracce e i segni che indicano un nuovo percorso.(...)

( Rocco Zani, "Le esternazioni contagiose di Rea", Corriere di Frosinone, Frosinone1994)

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