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Alberico Sala - A Mauro Rea LE DIMORE DELLA MEMORIA

LE DIMORE DELLA MEMORIA
a cura di Mauro Rea e Alberico Sala
Massimo Facchini, Antonio La Gamba, Pietro Mosca, Mauro Rea, Giuseppe Rota, 
Angelo Savelli, Nik Spatari, Nanni Valentini .

Milano, Il Torchio di Porta Romana

Darfo-Boario Terme, Il Conventone

Gorle, Auditorium Comunale
Cosenza, Dipartimento delle Arti dell'Università

a cura di Mauro Rea e Alberico Sala

testi in catalogo di Anna Rossano Cotrone, Amanzio Possenti, Mauro Rea, Alberico Sala

Edizioni Marea Servizi per l'arte, BLovere 1990.
 

Dimora suggestiva, affascinante quella della memoria; vi abitano i ricordi e le fantasie, le contaminazioni, felici ed orrorifiche. La frequentano poeti ed artisti, del colore e della forma; entrano, od anche sostano fuori, nel prato che, all'orizzonte, si muta in selva, con statue di illustri visitatori. Fra gli alberi echeggiano voci, grida di gioia e lamenti, stanno, frutti incorrotti, perfetti silenzi. Sull'erba piovono foglie, aghi, semi, che i visitatori raccolgono. Per entrare nella dimora magica ( ha porte e finestre che s'aprono di scatto, spontaneamente; altre che bisogna forzare, che si schiudono con fatica, come se la mente il cuore, fossero smarriti sulla salita impervia), per scoprirne depositi e segreti, le appartate fonti, l'uomo, dal grembo della storia, ha tentato sistemi e tecniche.

Senza memoria non si vive, pare. Bruciare i vascelli alle spalle, equivale ad insabbiarsi sulla spiaggia deserta.

Ars memorativa, allora, dal poeta presocratico Simonide di Ceo, alle esperienze ciceroniane, ai trattati più moderni, avveniristici, memoria ed immaginazione intrecciate.

Mi suggestionò, un inverno, la proposta sperimentale di Pietro da Ravenna: " Solitamente colloco nei luoghi delle fanciulle formosissime che eccitano molto la mia memoria... se mi sono servito come immagini di fanciulle bellissime, più facilmente e regolarmente ripeto quelle nozioni che avevvo affidato ai luogji. Possiedi

ora un segreto che ho a lungo taciuto per pudore: se desideri ricordare presto, colloca nei luoghi vergini bellissime; la memoria è mirabilmente eccitata dalla collocazione delle fanciulle...".

Avvincenti precetti, particolarmente adatti agli artisti, che, nella memoria, trovano, come è stato osservato, l'unico paradiso dal quale non possono essere scacciati, in cui le immagini si rivelano più belle di quando, come in un film, furono registrate, nel corso della vita.

La condizione essenziale è spartita, classicamente, in tre parti. Qui interessa la prima: ante rem, e la terza: post rem. Contengono la dimensione più fertile per la creatività, il pozzo della memoria e dell'immaginazione. S'è accennata alla tecnica per esaltare la memoria, ma più che hai maggiorati della memoria, contano gli esploratori, i minatori, gli speleologi delle profondità memoriali.

La sublime dimora, apre le sue stanze all'intelligenza ed agli estri. Alcune sono più appartate, votate alla meditazione ed alla riflessione, altre più esposte alle correnti, alla luce ed al vento.

Mentro scrivevo questa paginetta cordiale, una mostra di Guttuso mi ha portato in Germania. Rileggevo, in treno, alcuni testi del pittore siciliano: così, ho appuntato questa sua riflessione: " Per i fatti ho poca memoria, diceva Stendhal. Neanch'io ho memoria per i fatti: o essi fanno parte del presente, e perciò dell'avvenire, o niente".

Un parere stimolante per i frequentatori della memoria, anzi delle dimore, della memoria.

E' per l'artista Mauro Rea
con tanti auguri da Alberico Sala. Milano 1990

 
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